DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI ANSIA?
Ansia è un termine che usiamo spesso per indicare un complesso di reazioni che abbiamo quando percepiamo uno stimolo che riteniamo pericoloso e nei cui confronti non ci giudichiamo sufficientemente capaci di reagire.
L’ansia è quindi una reazione naturale, che se percepita a certi livelli può esserci addirittura utile (è grazie a una dose “giusta” di ansia che studiamo per superare un esame, o che ci attiviamo per arrivare puntuali all’aeroporto). Proviamo ansia generalmente verso un pericolo che non conosciamo e che si colloca nel futuro, quindi ci troviamo a vivere nell’attesa continua di un pericolo imminente.
Quindi non è solo un disturbo, ma a volte è una importante risorsa per proteggerci dai rischi e migliorare le nostre prestazioni. Quando però è eccessiva o ingiustificata potremmo essere di fronte a un disturbo d’ansia, che sicuramente è una condizione invalidante.
Vediamo ora i principali sintomi correlati all’ansia.
Sintomi cognitivi (mentali)
- senso di vuoto mentale
- senso crescente di allarme e di pericolo
- immagini, ricordi e pensieri negativi
- messa in atto di comportamenti protettivi cognitivi
- sensazione marcata di essere osservati e di essere al centro dell’attenzione altrui.
Sintomi comportamentali
- tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, per ricercare spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga
- evitamento della situazione temuta
- comportamenti protettivi (farsi accompagnare, assumere ansiolitici al bisogno, ecc.) e di sottomissione.
Sintomi fisici
- tensione
- tremore
- sudore (il corpo controlla la sua temperatura che si alza quando si è in allerta)
- palpitazioni (tachicardia e aritmia) da cui deriva la paura di avere un infarto —> quando siamo in ansia il corpo secerne adrenalina che fa funzionare il cuore più velocemente
- dolore toracico (che può derivare dalla respirazione toracica e da disturbi gastrointestinali come il reflusso esofageo o gli spasmi esofagei)
- vertigini
- nausea (lo stato di tensione blocca alimentazione e digestione)
- sensazione che manchi il respiro che deriva dalla protratta e ripetuta respirazione toracica (pettorale)
- formicolii alle estremità ed intorno alla bocca
- derealizzaziome (sensazione di irrealtà) e depersonalizzazione (sentirsi distaccati da se stessi) indotte da stanchezza, mancanza di sonno, uso di sostanze o benzodiazepine
I disturbi d’ansia sono: fobia, disturbo di panico, agorafobia, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo post traumatico da stress, disturbo d’ansia generalizzata.
In questi casi occorre un aiuto da parte di un professionista per riuscire a gestire i sintomi e guarire dal disagio.
ANSIA E CORONAVIRUS
Adesso stiamo vivendo un momento in cui non abbiamo certezze, per il quale non abbiamo il libretto delle istruzioni. È un contesto in evoluzione che non possiamo controllare, nuovo, non familiare, in continuo cambiamento. Siamo passati da un sovraccarico di impegni e socialità a un momento di potenziale vuoto. Ci dobbiamo adattare a un nuovo stile di vita, a un nuovo ritmo, a nuovi comportamenti, e fronteggiare paura, preoccupazione, ansia, tristezza, noia. In più, abbiamo avuto poco tempo per adeguarci a tutto ciò.
Come premessa ricordiamoci quanto detto: la paura e l’ansia sono emozioni necessarie nella nostra vita. Dobbiamo però imparare a gestirle per evitare comportamenti controproducenti.
Il virus è invisibile, e quindi non abbiamo a che fare con un pericolo determinato, ma con una minaccia non identificabile (il contagio) che potrebbe essere presente ovunque.
Abbiamo una preoccupazione enorme per la ricaduta economica, e oltre a questa sperimentiamo la sospensione della nostra normalità. Ci troviamo ad attendere, senza sapere per quanto tempo, la ripresa della nostra vita, dei nostri progetti, delle nostre abitudini. Molti hanno timore che la quarantena venga protratta per un tempo indefinito.
A tutto questo si aggiunge la paura del contagio e la preoccupazione di perdere i nostri cari. Davanti a noi si pone la questione fondamentale di ripensare a qual è il senso della nostra vita, essendo adesso davanti alla nostra fragilità e alla sensazione di essere impotenti.
Sicuramente questo nuovo virus, sconosciuto e facilmente trasmissibile, può diventare il ricettacolo delle nostre fantasie più profonde legate alla paura di essere emotivamente contagiati e quindi invasi dall’esterno, di avere la situazione fuori dal nostro controllo, di essere in balia di forze sconosciute e pericolose verso le quali ci sentiamo impotenti.
Il limite fra una funzionale attivazione e un eccesso di allerta con comportamenti poco lucidi e controproducenti è sottile. Occorre capire se stiamo ancora controllando noi i nostri comportamenti, o se al contrario stiamo seguendo la massa con atteggiamenti controproducenti (per esempio correndo a saccheggiare i supermercati).
Ma dobbiamo essere fiduciosi del fatto che a tutto questo possiamo resistere e che riusciremo a trovare la forza per affrontare sia questi giorni che quello che verrà, consapevoli che i sacrifici che ci sono richiesti sono giusti e soprattutto che avranno un termine.
CONSIGLI PER GESTIRE L’ANSIA DURANTE IL CORONAVIRUS
- Primariamente è utile affidarsi ai consigli degli esperti che hanno dato regole chiare da seguire per quanto riguarda l’igiene personale e i numeri da chiamare in caso di sospetto contagio.
- I periodi di quarantena costringono a interrompere le rassicuranti abitudini quotidiane creando a volte uno stato temporaneo di disorientamento. Cerchiamo quindi di mantenere ove possibile una continuità rispetto alle nostre abitudini. Continuiamo a vestirci, anche se passeremo la giornata in casa, prendiamoci cura di noi e della nostra casa, rispettiamo alcuni orari come quello dei pasti.
- È importante rispettare la continuità del ciclo sonno-veglia senza invertire il giorno con la notte, e curare la nostra alimentazione così come bere molta acqua, cercando per quanto possibile di non usare il cibo e l’alcol come consolazione compensatoria.
- Abbiamo anche l’opportunità di provare nuove attività, anche quelle che non avevamo il tempo di coltivare. Libri che erano da secoli in lista d’attesa, persone che non sentivamo da tanto. Possiamo usare le risorse rese disponibili gratuitamente per fare visite virtuali nei musei, o frequentare videoteche, o leggere gratuitamente un giornale o un libro, o dedicarci a imparare o approfondire tecniche di rilassamento o meditazione. Cerchiamo di non dedicarci solo ad attività passive (televisione o videogiochi) che non stimolano il cervello.
- Concediamoci tempo per respirare profondamente, con il diaframma. La respirazione profonda funziona da calmante naturale.
- Cerchiamo di fare quotidianamente esercizio fisico. La rete è colma di opportunità per farlo anche grazie all’aiuto di professionisti che hanno spostato la loro attività online, o grazie a valide app per smartphone. Possiamo inoltre ballare, anche coinvolgendo i nostri familiari, fare stretching, usare videogiochi di allenamento.
- Le nuove tecnologie ci permettono di accorciare le distanze, soprattutto i social. Alcuni momenti per le famiglie sono stati unici e irripetibili (per esempio un compleanno vissuto lontani, con una chiamata via Skype per spegnere le candeline, che ha creato un momento di profonda commozione).
- È fondamentale informarsi ma occorre farlo nel modo giusto: da fonti ufficiali e istituzionali e non più di due volte al giorno, preferibilmente non prima di coricarsi. La continua esposizione all’informazione aumenta in noi lo stato di allerta.
- Dobbiamo trovare il modo per condividere i nostri stati d’animo e i nostri pensieri.
- Se il disagio che proviamo è invadente e disturbante possiamo contattare uno dei tanti professionisti che si sono messi a disposizione online. Molti lo fanno anche gratuitamente. Si può accedere all’elenco delle risorse andando sul sito dell’Ordine degli Psicologi della propria regione.