Ovviamente in questi giorni sentiamo spesso parlare degli effetti sulla psiche che avrà questo periodo di quarantena e sappiamo che ci troviamo e ci troveremo in futuro ad affrontare diverse criticità. In generale, noi tutti risentiamo dei fattori stressanti dati dal prolungamento dell’isolamento, come la paura di essere contagiati o di poter contagiare i propri familiari, la frustrazione e la noia derivate dal calare delle attività a cui possiamo dedicarci, la perdita della routine quotidiana, la riduzione dei contatti sociali e fisici con altre persone, il trovarsi a gestire una pioggia di notizie spesso non veritiere, la consapevolezza che alla fine della quarantena ci si troverà ad affrontare una grave perdita finanziaria.
Gli anziani sono sicuramente al centro di questa crisi, sia perché la loro età li rende più esposti ai maggiori rischi, sia perché risentono maggiormente dell’isolamento cui siamo obbligati e di una solitudine spesso dolorosissima. Molti provano a gestire la paura e a darsi speranza paragonando ciò che sta accadendo ad altri momenti bui della loro esistenza, ma purtroppo nessuno di noi ha il libretto delle istruzioni per ciò che stiamo vivendo, e anche loro, come noi, si trovano a dover gestire un repentino passaggio da una vita forse ragionevolmente tranquilla a un’altra costellata da insicurezza e drammaticità.
Nel corso del tempo sono state organizzate nelle comunità tantissime attività che potessero alleviare la condizione di solitudine per le persone anziane e facilitarne l’aggregazione, dalle Università della Terza Età ai centri sociali, alle bocciofile, e adesso ci troviamo a vivere il paradosso secondo il quale la salvezza sembra sia data proprio dalla solitudine. Sembra che la frase “nessuno si salva da solo” abbia nuove declinazioni. E questo è già di per sé un trauma fortissimo, perché la solitudine ha spesso conseguenze molto gravi, se non sulla salute fisica, sicuramente su quella psichica.
Fortunatamente molti sono gli anziani che possono contare sulla vicinanza della famiglia, e molti sono anche i volontari che si sono messi a disposizione per chi si trova invece completamente solo. Ma rimane il dramma di quelle persone che sono ricoverate senza la possibilità di ricevere visite, per le quali diventa vitale avere vicino medici, infermieri e operatori che si occupano di loro, spesso con dedizione e amore, anche laddove i dispositivi sanitari obbligatori impediscono un contatto di pelle.
E rimane, per tutti, l’ipotesi spaventosa di potersi trovare ad affrontare la propria morte in completa solitudine.
Diventa fondamentale per gli anziani avere una rete solida che possa sostenerli, che veda coinvolta prima di tutto la famiglia, passando poi dal portiere al vicino di casa, ai negozianti, ai volontari.
Alcuni stanno chiedendo di essere aiutati a imparare ad usare le tecnologie che possono farli sentire connessi con gli altri, anche perché non tutti hanno i familiari vicini e molti sono i genitori che hanno i figli in altre città.
È per gli anziani importantissimo avere in questo periodo, anche a distanza, il sostegno della famiglia e continuare a sentirsi coinvolti nella vita dei propri cari.
Cosa possiamo fare?
Preoccupiamoci innanzitutto che per loro siano chiare le norme da seguire per proteggersi.
Aiutiamoli a mantenersi attivi fisicamente e di conseguenza psicologicamente: cerchiamo di evitare loro di uscire di casa per fare la spesa, ma sproniamoli a fare un minimo di movimento, come camminare in casa o nelle aree cortilive se possono utilizzarle, fare ginnastica dolce e posturale grazie all’aiuto dei molti tutorial messi a disposizione.
Condividiamo con loro quello che facciamo attraverso racconti, fotografie, video.
Insegnamo loro, se possibile, ad usare alcune tecnologie (prime fra tutte whatsapp o Skype), per potersi incontrare per qualche minuto al giorno.
Non perdiamo la pazienza se ci chiedono le stesse cose mille volte e se ci sembrano preoccupati per cose che per noi sono inezie.
Qualche consiglio per situazioni più delicate
Per chi vive vicino a una persona affetta da demenza, questo periodo può essere ancora più difficile.
Queste persone sono particolarmente fragili e hanno bisogno di un livello maggiore di attenzione e protezione.
Il dottore Giorgio Pavan (ISRAA di Treviso), offre qualche consiglio in merito:
“I sogni degli anziani sono impregnati di memoria, e quindi fondamentali per il cammino dei giovani, perché sono le radici. Dagli anziani viene quella linfa che fa crescere l’albero, fa fiorire, dà nuovi frutti”. Papa Francesco